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Infanto_Juvenil-->Psiquiatria - em italiano -- 17/02/2022 - 16:55 (Brazílio) Siga o Autor Destaque este autor Envie Outros Textos

 

 

LA PSICHIATRIA

Storia della psichiatria

Il medico francese Philippe Pinel (1745-1826) è l’iniziatore della psichiatria moderna. L’unica istituzione di assistenza alla malattia mentale era l’asilo o l’ospizio, che possedeva una funzione esclusivamente reclusoria, di contenzione. Secondo Pinel il manicomio doveva essere un centro ben organizzato per lo studio, la cura e l’assistenza dei malati mentali. Egli sancì l’inviolabile rispetto dei diritti e della dignità della persona umana del malato. La riforma operata da Pinel ebbe un grande significato di civiltà. Egli si ispirò alla gnoseologia e al pensiero degli illuministi francesi (sensismo): opponendosi all’imperante organicismo, sostenne che, nella maggior parte dei casi, la malattia mentale dipende da eccessi nella sfera passionale; inoltre affermò che anche nei disturbi più gravi il malato conserva un residuo di ragione. Assegnò alla terapia, intesa come un trattamento morale, lo scopo di rompere lo squilibrio che intrappolava il soggetto, ristabilendo la sovranità della ragione e del buon senso sull’impulsività passionale. Il trattamento morale è in assoluto la prima forma sistematica di psicoterapia.

 

La lezione kraepeliana

Emil Kraepelin (1855-1926), nell’opera Introduzione alla clinica psichiatrica, ci mostra un documento fedele della psichiatria dell’epoca e dello stile d’insegnamento di fine Ottocento. Nelle Università veniva introdotto il malato di mente, interrogato e visitato di fronte al pubblico studentesco. Le sue risposte venivano commentate dal docente in presenza dell’interessato e trasformate in segni (sintomi) della malattia mentale. Kraepelin aveva l’ambizione di descrivere in modo fedele i “fatti”, manifestarli in modo univoco, visibile e oggettivabile.

Secondo Petrella non è facile definire cosa sia un fatto osservabile, in ambito psicologico e psicopatologico. L’osservazione è aperta alla volontà dell’osservatore, che ritaglia il senso di ciò che osserva. A un livello molto elementare il senso di un’osservazione incomincia nella selezione delle cose osservabili tra quelle dell’esperienza. Per osservare bisogna gerarchizzare gli osservabili, scegliere quelli importanti e trascurare quelli superflui. Anche l’individuazione dei fatti comporta sempre (Popper) una teoria o un’ipotesi.

 

IV lezione

“Signori! Prenderemo oggi in esame … una donna di 24 anni, già domestica, che reca sul volto e in tutta la persona i segni d’una denutrizione gravissima. Tuttavia la malata è in continuo movimento, fa passi innanzi, passi indietro; si attorciglia la treccia alle mani, poi la scioglie e così via. Provando a trattenerla in queste sue mosse, incontriamo una forza di resistenza inattesa; se m colloco a lei dinnanzi con le braccia aperte per impedirle il passo, essa non potendo muoversi mi scappa di sotto il braccio, continuando la sua corsa…

Vedano come tiene stretto tra le ultime dita della mano sinistra un tozzo di pane, e quanta resistenza oppone a chi glielo vuol prendere”.  

Secondo R. Laing Kraepelin, mentre tenta la massima obiettivazione, si lascia sfuggire l’essenziale. I comportamenti e le frasi della paziente possono essere considerati non più come segni di una malattia, ma come processi comunicativi ellittici e tormentati, che ci rivelano un’esistenza angosciata. Kraepelin cerca di sottrarre alla paziente il pezzo di pane che stringe fra le mani. Secondo una lettura psicoanalitica dei comportamenti psicotici sappiamo che un simile aggrapparsi è un tentativo disperato di controllo su un oggetto di enorme valore simbolico per il paziente (il pane).

(Da FRANCO PETRELLA – La lezione kraepeliniana, “The Practitioner”, 61, 4, 1983, pp. 22-23).

 

 

La legge 180 sul ricovero dei malati di mente.

 

Quando il medico accetta la contestazione, allora psichiatria e medicina diventano strumenti di liberazione e non di oppressione (FRANCO BASAGLIA).

 

Nel maggio 1978 è stata approvata la legge 180 che prevede il ricovero dei malati di mente negli ospedali generali solo nei casi di alterazione psichica gravi, che richiedono trattamenti terapeutici urgenti.

Negli altri casi, i trattamenti terapeutici devono essere compiuti sul territorio; può entrare in ospedale solo chi vi sia già stato. Quando sia impossibile adottare misure sanitarie diverse, si dispone il ricovero in “specifici e autonomi servizi psichiatrici degli ospedali generali”. I manicomi, per legge, sono stati destinati gradualmente a sparire: era prevista la chiusura ufficiale il 31 dicembre 1998. In tale data le regioni dovevano provvedere a realizzare e mettere in funzione strutture alternative. L’ordinanza di ricovero coatto può essere firmata solo dal sindaco nel caso in cui vi sia grave pericolo per il malato e per gi altri.

 

La vecchia legge del 1904 assegnava, quali criteri precisi per il ricovero coatto, la pericolosità e il pubblico scandalo. Oggi la nuova legge offre al medico un ampio potere discrezionale. La legge 180 ha come intento quello di porre fine alla lunga e odiosa discriminazione dei malati di mente. Ma cosa si è fatto finora? Cosa è realmente accaduto? La legge ha posto gli operatori psichiatrici, gli amministratori, i malati e le loro famiglie, gli innovatori e i conservatori, tutti di fronte a una nuova realtà.   

LETTURA: Ongaro Basaglia: miti e leggende sull’abolizione dei manicomi

“Le varie proposte per la modifica degli articoli della legge 833, concernenti l’assistenza psichiatrica, sono tuttora in discussione alla Commissione sanità della Camera.

La legge di riforma … puntava sul decentramento dei servizi, ricentralizzando la cura in strutture ospedaliere separate per acuti e per cronici. La 180 era una legge quadro che non poteva contenere dettagli sull’organizzazione dei servizi, di competenza delle regioni. Doveva comunque essere seguita dal Piano sanitario nazionale e da norme di indirizzo e di coordinamento da parte del Ministero della Sanità…Questo vuoto di interventi non è (secondo Franca Basaglia Ongaro, senatrice, vedova di Franco Basaglia, scomparso nel 1980, che fu il principale artefice della riforma psichiatrica italiana) certo imputabile alla qualità o all’insufficienza della legge, ma piuttosto alla totale mancanza di finanziamenti. Inoltre la 180 imponeva un cambiamento culturale e oprganizzativo. Per anni non sono stati previsti finanziamenti specifici per l’istituzione del Dipartimento di salute mentale, per poi imputare gli inevitabili fallimenti alla “velleitarietà” della 180. Secondo la Ongaro Basaglia la legge imponeva di prendersi cura del malato in modo diverso, senza richiedere necessariamente l’internamento, ma prevedendo un’assunzione di responsabilità maggiore, prima di tutto da parte degli operatori e degli amministratori che avrebbero dovuto tener conto anche delle variabili sociali presenti nel disturbo psichico, poi da parte delle famiglie e della popolazione in generale.

 

Dossier Tempo Medico 1987

Il processo di aiuto come modello sistemico

 

L’utente è una persona pari all’operatore che, al momento della richiesta d’aiuto, non è in grado di affrontare da sola i problemi della quotidianità e di utilizzare opportunamente le risorse dell’ambiente per valorizzare il sé. L’operatore, evitando il protezionismo e l’assistenzialismo, deve mobilitare le risorse che sicuramente ogni utente possiede, per condurlo ad affrontare e risolvere il suo problema e per acquisire progressivamente l’autonomia.

PASQUALE GUARAGNELLA – Il matto e il povero. Temi e figure in Pirandello, Sbarbaro, VittoriniI temi della follìa, della povertà, del viaggio e del congedo dal mondo in alcuni testi del Novecento letterario italiano.

P.L.ASSOUN – Freud, la filosofia e i filosofi, Melusina Roma 1990.

L. BINSWANGER – Il caso Ellen West e altri saggi, a cura di F. GIACANELLI, Bompiani Milano 1973.

L. BINSWANGER – Per un’antropologia fenomenologica, a cura di F. GIACANELLI, Feltrinelli Milano 1984.

A.CIVITA – Introduzione alla storia e all’epistemologia della psichiatria, Guerini Milano 1996.

M. FOUCAULT – Storia della follia nell’età classica, Rizzoli Milano 1976.

K. JASPERS – Psicopatologia generale, a cura di R.PRIORI, Il pensiero scientifico, Roma 1982. 

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